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I Colori della pittura rinascimentale
confronto tra i sistemi di Cennini ed Alberti - 1
Due trattati sono di fondamentale importanza per comprendere le tecniche pittoriche del Rinascimento: il "Libro dell’arte" di Cennino Cennini (fine del XIV secolo) e il "De pictura" di Leon Battista Alberti, scritto nel 1435.
Il primo inizia a risentire dell’influenza del nuovo clima culturale che caratterizza la fine del medioevo: esprime, infatti, il primo tentativo di innalzare la pittura al livello delle arti nobli, accostandola alla scienza e alla poesia, sottolineando che accanto all’abilità tecnica (“operazione di mano”), l'artista debba partire da un principio ideativo (la “fantasia”). Si tratta solo di un accenno, in quanto il "Libro dell’arte" è più interessato alle tecniche di bottega fornendo consigli pratici ai pittori.
Il "De pictura" risulta molto più moderno: mentre Cennini si concentra sulla pratica, sull’opera e sulla sua esecuzione, condizionato ancora dalla tradizione medievale che svalutava il ruolo del pittore, Alberti concepisce la teoria come fondamento creativo, sottolinendo l’importanza delle conoscenze matematiche e letterarie per la riuscita dell’opera. Due impostazioni diverse che sottolineano il passaggio dal Medioevo al Rinascimento: la prima si concentra ancora sulla formazione di un perfetto artigiano, l'altra pensa ad un artista colto, che padroneggi gli strumenti tecnici e teorici dellla sua attività.
Le descrizioni di sfumature di colore di Cennini ora sono conosciute come il 'sistema Cennini'. Usandolo i pittori modellano i loro soggetti in tre dimensioni, usando colori puri per le ombre, l'aggiunta di bianco al pigmento puro per ottenere toni medi e ancora più bianco per le luci.
Mescolare i pigmenti riduceva al minimo la brillantezza arrivando anche a danneggiarli. Quindi, avendo a disposizione una gamma limitata di colori puri con cui lavorare, i dipinti col sistema Cennini tendevano ad avere un'unità estetica. I pittori cercavano la distribuzione simmetrica dei colori forti e vibranti, ordinandoli in piacevoli modelli astratti. Questa astrazione del colore si chiama isocromatismo.
Ma vediamo caratteristiche e differenze dei due sistemi:
Sistema Cennini |
Sistema Alberti |
In termini di materiali e tecniche di miscelazione, si utilizzano tre ciotole: Ombre: pigmento puro e acqua per il legante dell'affresco o uovo per la tempera. |
Il sistema applica queste miscelazioni: Ombre: nero aggiunto al pigmento puro o solo nero per le ombre più profonde. |
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I colori saturi del sistema Cennini (i colori saturi sono esagerati per chiarezza) |
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Il sistema Cennini utilizza tre tonalità partendo da un colore saturo di base e aggiungendo bianco per la brillantezza. I tre colori erano preparati ciascuno nella sua ciotola. La prima conteneva il pigmento puro, che era utilizzato per le ombre, nella seconda veniva aggiunta una porzione di bianco, da usare per i mezzi toni, mentre l'ultima aveva ancora più bianco, per creare le tonalità brillanti per evidenziazioni o illuminazioni. |
Il bianco e il nero non sono definiti come colori ma come modificazioni della luce. |
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Miscelazione col sistema Cennini utilizzando il bianco (verso l'alto). |
Miscelazione col sistema Alberti utilizzando il bianco (alto) e il nero (basso). |
L'immagine in alto rappresenta i colori rosso, giallo e blu, comuni all'epoca, a causa della limitata disponibilità di materiali. La miscelzazione col bianco avviene verso l'alto per realizzare mezzi toni e luci. Il sistema Cennini prevedeva l'utilizzo di queste tonalità altamente sature, aumentando appunto il valore e la saturazione, rendendole più brillanti. |
Il sistema Alberti usa sia una miscelazione verso l'alto (con l'aggiunta di bianco per mezzi toni e luci) che verso il basso (con l'aggiunta di nero). Come risultato la gamma di colori aumenta significativamente. |
Cennini sottolinea che la colorazione segue il disegno. Ad esempio, per i colori più scuri, che possono essere trovati nelle pieghe dei panneggi, il colore deve essere più pesantemente saturo o puro. Mentre quando ci si muove verso le alte luci, la purezza del colore deve essere ridotta e completata con il bianco. Il colore si sposta da un punto saliente ottenuto con l'alleggerimento del bianco, alla tinta più scura del colore puro. Nella modalità Cennini, la luce sembra provenire dal'interno dei volti dei personaggi sacri, come una sorta di surreale luce divina, chiamata anche lumen, simile al lume di una candela. Ciò è dovuto anche al fatto che sotto le vernici veniva usata la foglia d'oro che aiutava a creare questa illusione di lumen. In Cennini, sono utilizzate solo colori saturi simili alle tonalità dei gioielli; questo per esempio aiuta ad illustrare l'importanza e la santità di Maria, portando l'occhio al vestito blu oltremare o alla veste che indossa. Quindi per creare le ombre nelle ali degli angeli o negli indumenti, potrebbero essere necessari alcuni isocromatismi. |
Nella modalità Alberti, la luce è più realistica, direzionale, come fosse proveniente da un finestra. In Alberti, la maggior parte delle tonalità sono desaturate e simili in valore, quindi il dipinto risulta molto più equilibrato rispetto alla realtà. Nella tecnica Alberti, cangianti o isocromatismi non sono più necessari per equilibrare la composizione, in quanto l'artista dispone di una gamma completa di colori, utilizzando il nero per svalutare (desaturare) una tonalità e il bianco per aumentarne il valore e creare luci dove necessario. |
Vantaggi I colori sono simili a gioielli, dando loro un aspetto ricco.
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Vantaggi Gamma di valori completa. |
Svantaggi Questo sistema non fa differenza tra valore e saturazione che sono eseguiti congiuntamente.
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Svantaggi Questo sistema, anche se prevedeva un maggior uso del colore era limitato dai toni desaturati, se paragonato ai colori-gioielli di Cennini.
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Consulta anche:
i colori del Medioevo