Esiste un "volto tipico"
per ciascuna etnia?
Uno studio del dipartimento di Psicologia Sperimentale dell'Università di Glasgow ha utilizzato migliaia di fotografie di visi per verificare le caratteristiche comuni agli abitanti di uno stesso paese. Sono state così identificati volti "tipici" di 41 etnie diverse.
Qualcuno li ha definiti i "visi medi", altri i "volti tipici": sono le rappresentazioni generate al computer miscelando insieme le caratteristiche di migliaia di fotografie di volti della stessa nazione.
Generalmente si pensa ad un "viso medio" come uno senza caratteristiche particolari, quelli generati da questa ricerca,invece, identificano i tratti salienti di un popolo, con pelle perfetta, volti giovanili ed occhi luminosi, risultando tutti piacevoli e belli.
In questo primo gruppo di fotografie i volti caratteristici di quattro paesi europei, in alto, sono confrontati con quelli di quattro nazioni sudamericane.
La carnagione delle europee risulta solo leggermente più chiara (a parte il volto dell'Argentina), così come il colore degli occhi e dei capelli.
Partendo dal punto focale, gli occhi, molteplici immagini sono state sovrapposte dal computer che ha rilevato le caratteristiche comuni più presenti nelle immagini esaminate.
Si tratta di una versione moderna della tecnica antropologica pionieristica del tardo XIX secolo. Il metodo - chiamato 'composito ritrattistica' - infatti fu usato nel 1880 da Sir Francis Galton, uno scienziato sociale, cugino di Charles Darwin che, per primo, creò l'immagine del "viso medio" sovrapponendo più ritratti di individui.
Non sono mancate critiche a questo studio. Alcuni asseriscono che le immagini prodotte riproducono solo giovani ventenni e quindi non riflettono qualsiasi fascia di età all'interno di un paese.
Gli autori del progetto hanno spiegato che il metodo rileva la forma delle caratteristiche maggiormenti presenti, fondendo le immagini insieme. Questo spiega anche perché sui visi generati non ci sono macchie o imperfezioni
La tecnica di Galton in seguito è stata usata particolarmente nello studio dell'attrattiva, lo studio della percezione della bellezza.
Dall'analisi risulta che le caratteristiche più comuni, fuse insieme, generano un bel volto e che ciò che risulta "brutto" è quello che rompe questa armonia.
Una delle critiche a questa ricerca rileva proprio che tutti i volti generati sono "belli".
Ma avere tutte le caratteristiche
tipiche di un'etnia vuol dire avere un viso "medio"? Mentre molti sono d'accordo che abbia senso affermare che avere tutte le caratteristiche "medie" di un popolo equivale ad essere "belle", in quanto queste caratteristiche non comprendono i difetti.
Alcune anomalie rilevate sulle immagini possono essere spiegate da come sono state realizzate. La presenza di grigio nei capelli è il risultato del biondo miscelato o "diluito" con le altre colorazioni.
Un'altra anomalia è stata rilevata nel viso sudafricano, ritenuto troppo chiaro, o pallido, per una popolazione che conta solo il 9,2% di bianchi.
Questa ricerca è stata ispirata dal progetto "The Face of Tomorrow" realizzato dal fotografo sudafricano Mike Story che ha raccolto i volti di persone provenienti da varie città per uno studio alla Goldsmith University di Londra.
Story ha spiegato: "Seduto in metropolitana, ero incuriosito dalle diversità che erano mescolate: somali, indiani, americani, cittadini dello Zimbabwe, scandinavi e cento altre nazionalità in lizza per il loro posto nella metropoli.
Mi sono chiesto: "Che cos'è questo luogo, com'è un londinese?"
Ho pensato che se si potevano riunire e miscelare le caratteristiche di tutte queste persone che vivevano insieme a Londra, sarebbe stato possibile avere un'idea degli abitanti futuri, di come saranno i londinesi del futuro..."