Il capolavoro di Manhattan Il murale di Radio City Music Hall, ha ispirato Guernica di Picasso?
Cosa è la fotografia Hipster
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L'autore: Marco Bohr é nato a Wiesbaden, in Germania nel 1978. Si é trasferito in Canada nel 1999 per studiare fotografia alla Ryerson University di Toronto. Durante un semestre all'Università Napier di Edimburgo, Marco ha fotografato la serie di giochi No Ball che ha dato vita alla sua prima mostra, nel 2003.

Dopo la laurea si à trasferito in Giappone per un anno, supportato da una borsa di studio per artisti emergenti.
Nel 2005 ha collaborato ad una pubblicazione dal titolo la rigenerazione: 50 fotografi di domani, presso il Musée de Elysee a Losanna.
Marco ora vive e lavora a Londra dopo aver completato un Master al Royal College of Art nel 2007. In Canada è rappresentato dalla Galleria Stephen Bulger e nel Regno Unito dalla Mummery + Schnelle di Londra.

 

 


Cosa vuol dire hipster.
Secondo lo Urban Dictionary, il più autorevole vocabolario online di linguaggio urbano, hipster, che deriva dal termine slang hip ovvero "informato sulle ultime mode", è una sottocultura di persone tra i 20 e i 30 anni che crede nel pensiero indipendente, nell'anticonformismo, nella creatività, nell'arte e nella musica indie.

La parola nasce oltre settanta anni fa in Usa, per indicare degli appassionati di jazz. Dopo la Seconda guerra mondiale indicava un particolare tipo d’intellettuale, seguace di Jack Kerouac. Norman Mailer ne aveva parlato verso la fine degli Anni Sessanta per descrivere una specie di esistenzialismo made in Usa.

Il termine ricompare intorno all'inizio del 2000 nel quartiere di Williamsburg, a New York, e si diffonde in tutto il mondo. L'hipsterism raccoglie intorno a sé giovani istruiti che spesso lavorano nel mondo dell'arte, della musica, della moda e rifiutano i canoni estetici della cultura Usa e anche la sessualità predefinita.

Insomma una specie di dandy postmoderni, post-hippy, post-centri sociali.

 


 

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* Lumpenproletariat Espressione foggiata da K. Marx (ted. «proletariato straccione») per indicare il ceto infimo delle grandi città, formato da elementi economicamente e socialmente instabili, in genere per effetto della disoccupazione e della sottoccupazione


 

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L'inchiesta di Cultor
citata dai Musei Vaticani


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La metrosessualità indica una specifica condizione psicologica in rapporto alla propria identità sessuale. È un incrocio linguistico tra le parole metro(politan) ed (hetero)sexual. La parola metrosexual è utilizzata per indicare
una nuova generazione di uomini, eterosessuali, tendenzialmente metropolitani, consumatori di cosmetica avanzata, curatissimi nell'aspetto (tra i vezzi più diffusi: l'ossessione per il fitness, l'abbronzatura a raggi UVA, la depilazione parziale o totale del corpo). Gli interessati sono appassionati di shopping e tendenzialmente salutisti.

Polyamorous è la pratica, desiderio o accettazione di avere più di una relazione intima alla volta con il consenso di tutti i soggetti coinvolti. E' diversa dallo scambio (che enfatizza il sesso con gli altri come meramente ricreativo) e può o non può includere polisessualità (attrazione verso i generi multipli e/o i sessi).

 

 

 



 

 

 

 

 

 

 

 

 



 

 

 

 

 

 

 

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L'articolo è stato tradottto dall'originale inglese da Paola Pierleoni.


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© 2018 Marco Bohr

 

Cos'è la fotografia
hipster?

 

di Marco Bohr

Un nuovo genere di fotografia che ritrae e diffonde, sui nuovi mezzi di comunicazione, una moda un modo di pensare e di essere.


Immagine da Hipster Mockumentary 'Dalston Superstars', Vice Magazine

Ho pensato che sarebbe utile delineare le caratteristiche di un tipo di fotografia che chiamo, con una certa esitazione, 'fotografia hipster'. Non mi riferisco necessariamente alle fotografie che raffigurano hipsters, come i lavori di Scott Schumann in The Sartorialist. Le fotografie di Schumann infatti potrebbero essere meglio descritte come fotografie di moda che, quasi sempre, raffigurano soggetti hipsters.

Né sono interessato nel definire cosa sia e come appaia un hipster. Piuttosto, sono interessato ad un nuovo genere di fotografia che apparentemente è prodotto, promosso e propagato da persone di tendenza a cui, nella cultura visiva contemporanea, ci si riferisce come hipsters.
La differenza tra una fotografia di hipsters e una fotografia fatta da hipsters potrebbe essere sottile, ma nel contesto di questo articolo tuttavia è importante distinguerla. Lo scopo di questo scritto non è denigrare la fotografia hipster, ma decostruire i suoi significanti visivi che hanno un distinta funzione sociale, culturale e anche economica.


Fotografia hipster trovata cercando su Google immagini con le parole chiave 'Hipster' e 'Fotografia'

In prima istanza, la fotografia hipster raffigura un mondo curiosamente spensierato, dove persone che generalmente appaiono felici sono affiancate da altre persone che sembrano altrettanto felici. Questa distensione manifestata spesso nelle immagini appare leggermente sopra le righe ed è in contrasto con le espressioni facciali gravi, più comunemente associate con la cosiddetta arte fotografica (per esempio nell'opera di Thomas Ruff).
Per rafforzare questa immagine di mondo spensierato, la fotografia hipster solitamente raffigura persone di bell'aspetto. Più comunemente sono di origine caucasica, anche se appaiono soggetti di altre razze.
Come tale, questo è presumibilmente un mondo abbastanza democratico dove bella gente di qualsiasi colore, razza o sesso può essere raffigurata in una fotografia, finché è giovane.

Gioventù e bellezza. Due parole che sono così comunemente unite nell'apprezzamento estetico di un'immagine – o più precisamente – di un'immagine pubblicitaria. La fotografia hipster si presta così incredibilmente bene alla pubblicità di un prodotto: di moda, profumi, accessori o anche automobili.


Fotografia hipster per utilizzo commerciale


Fotografia di moda che potrebbe anche essere una fotografia hipster

Questo mondo felice e spensierato solitamente è accentuato da un elemento di nudità. Più nudo il soggetto più spensierato appare il mondo in cui vive. La fotografia hipster non raffigura gruppi agitati, metaforicamente strangolati dai vestiti che indossano, ma piuttosto, mostra gente che è, come lo spettatore presume, autenticamente libera. La nudità così ci informa che nel soggetto mancano identificatori di classe.
La bellezza della fotografia hipster è che, in una certa misura, può variare dal Lumpenproletariat* alla classe superiore. La fotografia hipster realizza perfettamente questi limiti di classe. Devo sottolineare che qui non mi riferisco a qualsiasi circostanza socio-economica reale, ma invece, parlo di un'impressione acquisita attraverso la visione di una fotografia. Nella fotografia hipster sembra che vengano superati i limiti di classe da un riconoscimento comune di ciò che è cool (alla moda n.d.t.).


Allusione al consumo in una fotografia hipster

A parte i significati più comuni di ciò che è alla moda, come tatuaggi, tagli di capelli stravaganti, abbigliamento tipo American Apparel, spessi occhiali neri incorniciati, orologi geeky e così via, la fotografia hipster spesso incorpora un elemento visivo in cui il soggetto principale consuma qualcosa.
Questa forma di consumo può variare da sigarette, alcool o droghe, una mela, gomma da masticare o un frullato di latte. Questo consumo in un certo senso sottolinea che il soggetto è un essere vivente che ha bisogno di nutrimento o stimolazione al fine di continuare a essere cool. Si interpreta come il combustibile per essere alla moda. È interessante notare che, ciò che consuma il soggetto, supporta ulteriormente il fatto che la fotografia hipster è spesso utilizzata per pubblicizzare qualcosa, provocando così più consumo di un prodotto magari diverso. Sebbene gli hipsters raffigurino un mondo senza preoccupazioni, in generale scelgono accuratamente gli oggetti consumabili da cui desiderano essere circondati.


Fotografia hipster con attenzione a: moda/accessori/oggetti

Più comunemente la fotografia hipster raffigura un gruppo di persone. L'essere alla moda dell'individuo così rimbalza sull'essere alla moda degli altri componenti del gruppo. La parte importante qui è che le persone sono cool insieme, solitamente focalizzando un gruppo di persone che sono di età simile generalmente intorno ai vent'anni. Questo elemento di solidarietà non solo sottolinea la dimensione apparentemente democratica della fotografia hipster, ma mette in discussione anche presunzioni sulle relazioni eterogenee. Come tale, la fotografia hipster volutamente allude a un mondo metrosexual e polyamorous.


Fotografia metrosexual ed hipster utilizzata dalla pubblicità

Anche se non mi riferisco ad un fotografo o ad un'immagine specifica (le fotografie qui sopra sono esempi solo casuali), la maggior parte delle persone che leggono questo articolo avranno probabilmente una buona idea sul genere di fotografia di cui sto parlando. In larga parte, molte delle immagini prodotte tramite le piattaforme di condivisione Instagram o condivise sul micro-blog Tumblr potrebbero rispondere a queste caratteristiche.
Si potrebbe anche sostenere che l'emergere della fotografia hipster sia la spiegazione principale perché Instagram e Tumblr siano diventati così popolari. La domanda quindi non è come i mezzi di comunicazione sociale abbiano dato luogo alla fotografia hipster, ma come la fotografia hipster abbia dato origine ai social media.


Quest'immagine cattura la produzione della fotografia hipster

L'emergere della fotografia hipster via Instagram, Tumblr e numerose altre piattaforme ci porta ad una caratteristica fondamentale che deve essere considerata in questo contesto. Uno degli elementi chiave nella fotografia hipster è il fatto che viene condivisa con gli altri. Queste non sono fotografie private che rappresentano ricordi personali, chiusi sul fondo di una scatola da scarpe. Sono immagini forti che dicono 'guardami'. Non basta solo fotografare qualcosa, ma quella fotografia deve essere condivisa per giustificare la sua esistenza e l'esistenza della persona che sta scattando la fotografia. In breve, la fotografia hipster è un esercizio esistenziale, una performance, anche un rituale che segna un minuscolo territorio – un'identità – in un mondo pieno di immagini.