Fotografia: chiave di alta e bassa illuminazione
di Karl Taylor
Il termine chiave di alta e bassa illuminazione si sente citare abitualmente nei circoli fotografici, ma spesso viene frainteso. In termini più semplici: un'immagine in chiave alta è un'immagine luminosa piena di luce (vedi foto sotto) e toni per lo più bianchi, mentre un'immagine in chiave bassa è scura con illuminazione minima e ricca di toni di nero e un sacco di zone d'ombra.
Foto di Karl Taylor ©.
Tuttavia, per comprendere questi termini sarebbe meglio pensare all'atmosfera che si vuole realizzare prima di valutare le tecniche pertinenti. Infatti mentre queste tecniche possono essere facilmente realizzate con luce naturale, le condizioni di alta e bassa chiave di luminosità riguardano soprattutto le atmosfere indotte in studio o in un set con l'illuminazione artificiale.
Quindi iniziamo a pensare al fattore atmosfera (perché proprio questo è il motivo per scegliere uno di questi stili di illuminazione). Come si è detto l'illuminazione in chiave alta è luminosa e leggera, di solito con l'intenzione di evocare una sensazione di freschezza e ottimismo. Spesso è scelta per molti pack-shot e fotografie di prodotti che richiedono un ambiente pulito e fresco, oppure ritratti, cataloghi e le fotografie di moda che hanno bisogno di "giocare al sicuro" con il loro messaggio visivo. Anche se spesso è una luce dall'effetto "sicuro", l'illuminazione a chiave alta di solito è molto più complessa e, per ottenere un risultato efficace, richiede molte più luci, rispetto alla chiave bassa.
Foto di Karl Taylor ©.
Le immagini in chiave bassa sono spesso più sinistre, per aspetto, e sono di solito utilizzate per ottenere una sensazione di classe, di lusso o per conferire un'atmosfera misteriosa e tagliente all'immagine. La chiave bassa può essere ottenuta con solo una luce o due e un paio di riflettori, ma c'è una linea sottile tra un grande scatto in chiave bassa e una catastrofe di illuminazione, soprattutto per coloro che in studio si approcciano a questa foto con un atteggiamento poco attento.
Foto di Karl Taylor ©.
Quando si parla di illuminazione in chiave alta o bassa molti fotografi, specialmente i vecchi professionisti, si riferiscono ai rapporti di illuminazione e di contrasto che risalgono al tempo delle emulsioni delle diapositive e del formato 5x4. Ma anche se si può discutere dei rapporti d'illuminazione e determinarli, io personalmente mi sono allontanato da questo approccio all'illuminazione, da quando nel mio studio siamo passati al digitale, circa 6 anni fa. Perché? Beh, è semplice, l'illuminazione negli studi moderni, non è più l'arte oscura che era in passato con i calcoli, le prove Polaroid, gli esposimetri ed i rapporti di illuminazione: tutto è diventato in gran parte superfluo avendo la possibilità di visualizzare in anteprima l'immagine a schermo intero, tramite una fotocamera collegata ad un computer.
Lavorando con molti clienti in pubblicità e formando altri fotografi cerco di mettere in chiaro che il raggiungimento di una buona fotografia non vuol dire andare in studio e pasticciare, per vedere cosa succede. Si tratta, invece, di prendere una decisione su quello che dovrà essere il risultato finale, studiando quindi l'allestimento e la disposizione dell'illuminazione per tradurre in realtà il risultato voluto.
Per fare questo la tecnologia di oggi ci permette di costruire a poco a poco (o rimuovere) l'illuminazione per ottenere il risultato desiderato, visualizzarlo sullo schermo, e quindi procedere con la regolazione successiva.
Quindi, come possiamo iniziare a raggiungere l'illuminazione in chiave alta in studio?
La prima cosa da fare è determinare l'apertura dello scatto in base al soggetto o al tema, la scelta della lente e la profondità di campo necessaria. Poi piazzo due luci (uno da ogni lato), con potenza diversa, su uno sfondo bianco e regolo la potenza fino a che non arriva appena al di sotto del bianco puro (controllo sul computer con lo strumento contagocce che i valori siano inferiori a 255 in ogni canale di colore), poi aggiungo 1/3 di stop per portare la mia luce appena sopra al bianco, risultando in un piacevole sfondo bianco puro. Con uno scatto di prova,
solo con queste luci, e il soggetto al suo posto, posso quindi controllare se ho un soggetto delineato o se sto iniziando ad avere bagliori (se ce ne sono posso schermare o ridurre la luce, assicurandomi che rimanga ancora bianca).
Molti fotografi commettono l'errore di accendere tutte le luci senza sapere bene cosa sta succedendo o dove potrebbero originarsi i problemi. Questo è di solito un grosso errore, in quanto ogni luce influenza le altre a causa del rimbalzo non calcolato sulla superficie dei softbox e degli altri riflettori.
Una volta che ho stabilito la corretta illuminazione di sfondo per la mia scena, passo alla luce chiave, quindi a una quarta e ad una quinta luce, controllando che ciascuna, individualmente, sia in combinazione con le altre. Per l'illuminazione a chiave alta che spesso utilizza garze di grandi dimensioni o softbox, per mantenere la luce soffusa, io preferisco un beauty dish e un'altra sorgente di luce forte per aggiungere qualche scintilla ed evitare un'immagine troppo piatta o con poco contrasto, che si tradurrebbe in una foto noiosa!
Foto di Karl Taylor ©.
Per le immagini in chiave bassa, spesso sono usate meno luci, ma è richiesta maggior precisione nella loro applicazione per controllare gli importanti dettagli delle ombre.
Una buona illuminazione in chiave bassa è spesso rivolta verso la fotocamera, da dietro il soggetto, ed è mascherata da una flag e diretta in maniera tale da evidenziare i dettagli dei bordi o creare un effetto di chiaroscuro. L'abilità sta nel fare in modo che le aree di importanza siano individuate da contorni di luce disegnati con l'attenta applicazione dei riflettori. Mi piace utilizzare i fogli riflettenti o i fogli argento, per concentrare di nuovo la luce sulla parte anteriore del mio soggetto attraverso le luci che arrivano da dietro.
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Naturalmente si possono usare le letture della misurazione per valutare i rapporti di illuminazione di 3:2: e 1:1,5 o 4:1 e applicare il sistema delle zone per essere sicuri di ottenere la giusta gamma tonale nella stampa finale. Oppure si potrebbe, utilizzando la tecnologia integrata nella fotocamera, procedere scattando le foto modificando quello che sta succedendo davanti ai vostri occhi in base al risultato predeterminato che avete in mente.
Foto di Karl Taylor ©.
Per saperne di più sull'illuminazione creativa potete dare un'occhiata ai tutorial nel mio DVD Illuminazione per le foto di moda e bellezza, dove si possono vedere molti degli specifici allestimenti d'illuminazione che uso per catturare immagini professionali.