L'istinto della bellezza
di Alan Carroll
Una ricerca su come si origina la percezione della bellezza di un paesaggio,
esaminando le componenti psicologiche ed evolutive del nostro cervello.
Raccoglitrici di Pieter Breughel
Che cosa rende bellissimo un paesaggio? Che cosa hanno i lavori dei pittori della Hudson River School per essere così apprezzati? Perché i dipinti di John Constable ci dicono ancora qualcosa, come pure quelli di Levitan o Brueghel? Naturalmente, il fatto che siano maestri della pittura non è un caso.
La nostra idea di ciò che costituisce la bellezza nell'uomo è già stata collegata alla simmetria e alla proporzione aurea. A livello innato troviamo la simmetria e la proporzione attraente nel volto umano perché forniscono spunti inconsci per la salute sessuale di un potenziale compagno. È l'ideale greco antico. Ma che cosa è la bellezza nel paesaggio naturale?
La vista del monte Holyoke, di Thomas Cole
Nella sua "Storia della bellezza", Umberto Eco ha provato a convincerci che ogni epoca storica ha avuto la propria idee di bellezza basata sulla cultura del tempo. Dalla metà del ventesimo secolo gli studiosi tendono ad interpretare l'arte in termini del contesto storico e culturale della sua produzione; una sorta di nature versus nurture.
Recentemente, tuttavia, è stata ripresa un'idea diversa: potrebbe essere che abbiamo un istinto universale che letteralmente ci costringe a rispondere a certi elementi in un paesaggio?
C'è una teoria secondo la quale, quando osserviamo un paesaggio naturale, nel nostro cervello accade qualcosa di simile. Evolutionary Psychology suggerisce che ci sono alcune verità universali che rispondono alla domanda di sempre: "Che cosa è bellezza?" Si chiama 'ipotesi savana'.
Autunno dorato, di Isaak Levitan
Paesaggio pastorale di Asher Durand
Per centinaia di migliaia di generazioni, proto-umani vivevano nella savana del Pleistocene. Impararono a riconoscere immediatamente alcune caratteristiche di un paesaggio più utili alla sopravvivenza rispetto ad altre. Nel corso del tempo, secondo questa teoria, la natura ha selezionato gli esseri umani che potevano individuare un idoneo terreno di caccia o un buon posto per sistemarsi per la notte. Dutton dice che "nel corso di decine di migliaia di generazioni, tali abilità hanno aumentato lo status di coloro che erano in grado di visualizzarle, guadagnando un vantaggio riproduttivo rispetto a chi era meno capace."
Le nostre capacità mentali, inclinazioni e desideri sono state plasmate in milioni di anni. Queste caratteristiche sono maturate definitivamente negli ultimi 10.000 anni, quando gli esseri umani hanno sviluppato l'agricoltura e le città, gli utensili in metallo e la scrittura. Il nostro cervello è cambiato poco da allora [questo fatto risulta ancor più notevole quando si considera la nostra capacità di comprendere la fisica o l'uso del computer].
Anche se siamo sintonizzati in questa nostra epoca moderna, il nostro cervello è ancora molto condizionato dalle nozioni acquisite all'età della pietra sulle valutazioni di un 'paesaggio'.
Quindi secondo questa teoria l'occhio umano, la nostra postura in posizione verticale e anche il nostro apprezzamento del paesaggio, sono stati condizionati e plasmati dalla selezione naturale e dall'evoluzione del nostro cervello nel corso dei millenni.
Alcuni elementi del paesaggio che sono universalmente preferiti
• Un cielo blu
Il bel tempo stabile è importante.
• Un percorso o sentiero.
I paesaggi che aiutano e incoraggiano l'esplorazione sono preferiti rispetto a quelli che ostacolano questi bisogni. Ci piacciono gli accessi facili, ma ci piace anche sapere che, se ci fosse bisogno, possiamo fuggire indietro su quella stessa pista.
• Mistero
Un accenno a caratteristiche interessanti che potrebbero essere scoperte. L''Incertezza' è un elemento chiave nella nostra vita quotidiana. La completa certezza in tutto è la morte dello spirito. Nei paesaggi, ci piace che i nostri sentieri ci portino dietro una curva, seducente - per noi -da esplorare.
• 'Complessità ottimale'
Il paesaggio deve essere complesso, ma non così complesso da essere 'illeggibile'. Mostriamo maggiore preferenza per i paesaggi a livello medio di complessità.
• Sicurezza
Proprio come l''incertezza' (paradossalmente) è importante la 'certezza'. Vogliamo sentirci al sicuro dal pericolo.
• Alberi che ramificano vicino al suolo
Ci piace vedere alberi che si ramificano vicino alla terra, fornendo uno strumento rapido di fuga se dovessimo sfuggire a un predatore. Abbiamo anche dimostrato di preferire boschetti, o alberi sparsi, nei nostri paesaggi.
• Spazi aperti di erbe basse
È più facile tenere una pista e cacciare se hai spazio. I nostri antenati hanno corso per ore seguendo le loro prede.
• Colline digradanti
Come la savana da cui siamo venuti, nei nostri paesaggi preferiamo alcune ondulazioni. Ci dicono che la terra in alto sarà abbastanza asciutta, che le colline forniranno anche un buon punto di osservazione per la sicurezza o la caccia, oltre a molteplici vie di fuga. Questo si lega anche alla nostra propensione per il mistero: stimolare l'immaginazione e il desiderio di sapere "che cosa c'è oltre la collina".
• Ambienti naturali piuttosto che ambienti costruiti
Dimostriamo costantemente una preferenza per la natura rispetto, ad esempio, un paesaggio urbano.
• Animali
Gli studi generalmente preferiscono non inserire animali nei test fotografici, proprio perchè attirano troppo l'attenzione.Del resto la generale propensione per gli animali è un fatto noto, dopo tutto rappresentano una risorsa commestibile. Ti sei accorto di quei bovini nella pittura di Durand Asher? Certo, sono stati la prima cosa che hai visto.
• Divisioni
Ci piace vedere una divisione o un tracciato che possono essere seguiti visivamente per qualche km. Dividono il paesaggio, rendendolo più facile da valutare rapidamente circa minacce, agguati o pericoli per le potenziali risorse disponibili.
• Punti di riferimento per l'orientamento
Non vorremmo perderci se si alzasse la nebbia o una tempesta di polvere.
• Presenza d'cqua
Un mix di terra ed acqua implica stagioni diverse e , naturalmente, una fonte di acqua potabile sicura (per noi e per la nostra preda).
"Non c'è niente di brutto; Non ho mai visto una cosa brutta nella mia vita:
luce, ombra e prospettiva possono rendere bello qualsiasi oggetto. " - John Constable
"Le esigenze dei nostri antenati cacciatori-raccoglitori erano le stesse nostre esigenze attuali: trovare acqua e cibo sufficienti e protezione dall'ambiente fisico e dai predatori ed umani ostili".
[Evolute risposte ai paesaggi. Barkow, Cosmides e Tooby (1992)]
Guardate ancora una volta gli esempi dei dipinti che vi ho proposto: alcuni, o tutti, gli elementi che ho citato come essenziali sono presenti in ognuno di essi.
"La magnifica bellezza del mondo naturale è una manifestazione delle
misteriose leggi naturali che, per noi, saranno per sempre oscure"
- Albert Bierstadt
Un articolo in "Etologia e Sociobiologia" (Mealy e Theis, 1995) ha esplorato il rapporto tra paesaggio e stato d'animo nelle preferenze degli individui:
"Avevamo previsto che soggetti con stati d'animo positivi (ad es.. allegro, energico, ottimista) sarebbero stati motivati ad esplorare e così avrebbero preferito paesaggi ricchi di "Prospettiva" (panoramiche e vaste distese), mentre i soggetti che hanno sperimentato disforia di umore (per esempio, teso, depresso, affaticato) sarebbero stati motivati a ridurre lo stress preferendo paesaggi ricchi di "Rifugi"(spazi chiusi, protetti). Mentre non tutte le previsioni sono state confermate, in generale, il panorama delle preferenze riscontrate si riferisce all'umore dei soggetti esaminati nel modo previsto."
Così, mentre i romantici come Byron e Shelley avrebbero apprezzato l'epico mistero di un paesaggio di Albert Bierstadt o di Caspar David Friedrich, gli intellettuali (o realisti/razionalisti - come volete etichettarli) preferirebbero uno sguardo fuori da una finestra in un giardino di rose inglesi con un gazebo. Possono sembrare diversi, ma entrambi i concetti di che cosa costituisce la bellezza in natura sono definiti dagli stessi imperativi. I romantici danno semplicemente la precedenza alla nozione che un paesaggio deve contenere mistero (o "Prospettiva"), mentre gli 'intellettuali' rispondere positivamente alla natura quando si sentono protetti dalla minaccia ("Rifugio").
"Questa dura e splendida terra
Con montagne di roccia coperte di neve, ruscelli freddi e cristallini
Foreste profonde di cipresso, ginepro e frassino,
È come il mio corpo, come quello che vedete davanti a voi.
Non posso essere separato da questo o da voi.
Tutti i nostri cuori hanno solo un singolo battito".
-Dalla canzone del guerriero del re Gezar
Mont Saint Victoire, di Cézanne
Forse, come criceti in corsa senza sosta su un tapis roulant, noi siamo afferrati da un lontano ricordo della nostra patria ancestrale, quando ci fermiamo davanti a una bella vista esclamando: "Che splendore!"
"La Bellezza nell'arte è la verità bagnata in un'impressione ricevuta dalla natura.
Sono colpito dopo aver visto un certo luogo. Mentre mi sforzo per imitarla, mai per un istante perdo l'emozione che ha preso possesso di me." - Jean Baptiste Camille Corot.
"America Most Wanted", Komar e Melamid
Komar e Melamid sono due artisti russi che hanno intrapreso un progetto affascinante. Nel loro libro "Painting by numbers" spiegano che: "con l'aiuto del Nation Institute e un team professionale di polling, hanno scoperto che quello che cercano gli americani nell'arte, indipendentemente dalla classe, razza o sesso, è esattamente ciò che il mondo di arte disprezza: un paesaggio tranquillo, realistico, blu."
Una volta arrivati a questa conclusione hanno dipinto un quadro che soddisfacesse a queste esigenze. Lo vediamo qui sopra. il paesaggio ideale per gli americani comprende una figura storica (George Washington), cervi e bambini. Di sicuro è un brutto amalgama, ma è abbastanza rivelatore delle preferenze estetiche della popolazione in generale. Una cosa che subito mi colpisce è che non assomiglia per nulla a ciò che il mondo dell'Arte considera 'buona arte.' Anche se ho il sospetto (come Arthur Danto) che la maggior parte delle persone non appenderebbero questo quadro in casa loro.
Non contenti di fermarsi lì, i due russi hanno esteso la loro ricerca internazionalmente. I risultati (e non è una sorpresa) hanno confermato che la gente, in tutto il mondo, tende a preferire un paesaggio sorprendentemente simile a quello gradito agli americani.
Gli elementi che abbiamo proposto all'inizio sono tutti lì.
Allora
cosa ci dice questo circa l'evoluzione dell'estetica umana? Secondo alcuni questi risultati sono dovuti ad un'aberrazione dovuta alla presenza massiccia dei calendari Hallmark in tutti i paesi esaminati, fatto che ha distorto i risultati.
Personalmente mi piace pensare che l'onnipresenza dei calendari Hallmark è esattamente la prova che stiamo cercando: Hallmark è ovunque, proprio perché questo è quello che la gente preferisce guardare.
Komar e Melamid in definitiva hanno confermato le ricerche di mercato di Hallmark avvalorate peraltro dalla psicologia evolutiva: l'esperienza della bellezza appartiene alla nostra psicologia umana evoluta.