Cultor College

 

 

L'autore: Alan Carroll, si è trasferito a New York dall'Irlanda nel 1996 e ha lavorato con Pierre Finkelstein per quattro anni prima di fondare la sua attività di pittura decorativa.

Da allora ha completato molti progetti importanti, sia a livello nazionale che internazionale, lavorando con i migliori architetti e progettisti d'interni e clienti come Woody Allen, Paul Simon e Oprah Winfrey.

 

Alan Carroll

 

Recentemente, insieme all'artista Mark Kusek, ha sviluppatoDecorative Imaging Inc e Imago Flowers, due società specializzate in prodotti digitalizzati per l'Interior Design.

 

Quando non lavora ama passare il suo tempo con la famiglia, o dedicandosi all'arrampicata su roccia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Gli studi Cultor sulla pittura

 

 

 

 

 

 

 

Colore nella pittura rinascimentale:
confronto tra i sistemi Alberti e Cennini.

 

 



 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



 

 



 

 

 

 

 



 

 

 

 

 



 

 

 

 

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Copyright 2018© Alan Carroll




L'origine della pittura ad olio in Italia

 

di Alan Carroll

 

 

Antonello da Messina

San Girolamo nel suo studio, Antonello da Messina


La domanda è: chi è stato che ha sviluppato il segreto della pittura a olio? Come hanno fatto a inventare il mezzo che produce questi colori e dettagli vibranti che possono sopravvivere alle ingiurie dei secoli?

I 'segreti dei maestri' è un dibattito che ha imperversato per secoli. Lo studio dei metodi e dei materiali dei maestri può risultare un argomento noioso, irto di contraddizioni.

 

Un argomento che potrebbe risultare insignificante, oppure vago o simile a quello dei monaci medievali, che hanno trascorso un decennio discutendo sulla quantità di angeli che potevano stare sulla testa di uno spillo. Ma su questo tema ci sono alcuni grandi storie che vale la pena di conoscere.

 



 

Un po' di retroscena

 

Anche in questo caso la storia della diffusione di questo nuovo mezzo dai Paesi Bassi all'Italia è piena di dubbi e dicerie. Vasari spiega l'introduzione della pittura ad olio in Italia affermando che esisteva un'amicizia tra Van Eyck e Antonello da Messina, ma come Eastlake ha sottolineato successivamente, questo è improbabile in quanto Van Eyck morì nel 1441 e "la più antica data genuina vista sulle immagini di Antonello è il 1465".

 

Che Antonello abbia visitato i Paesi Bassi, rimanendo estasiato da ciò che ammirò non è in dubbio.

Vasari racconta che quando vide un dipinto di Van Eyck a Napoli rimase "così fortemente impressionato per la vivacità dei colori e per la bellezza e l'armonia di quel dipinto" che abbandonò i suoi strumenti, raccolse i suoi abiti e si affrettò nellle Fiandre.

 

Tuttavia, il pittore da Messina venne colpito da una profonda nostalgia che lo ha spinse a tornare in Italia.

Si sa che abbandonò i Paesi Bassi e si stabilì a Venezia intorno al 1475, dove, Kugler ci dice: "la vista del suo nuovo metodo di lavoro produsse una rivoluzione."

 

Antonello da Messina

Un esempio della nuova formula di Antonello. Il dettaglio è superbo.

 




 

La storia dell'origine della pittura ad olio in Italia

 

Immaginate per un secondo che cosa deve essere stato essere Giovanni Bellini: essere alla disperata ricerca di provare il vostro valore e uscire dall'ombra del padre Jacopo e del cognato Andrea Mantegna. Due nomi colossali nell'arte che lasciano chiunque in secondo piano. Poi arriva Antonello di ritorno dal suo giro per l'Europa con Van Eyck, vantarsi di qualche nuovo segreto che ha imparato. C'era di che essere interessato a poter mettere le mani su quella formula magica.

 

Alexandre Dumas riprende la storia da qui:

"Nel 1452 Venezia era in gran subbuglio per l'arrivo di Antonello da Messina, che già era stata preceduto dalla sua fama. Mai si era vista prima una pittura come la sua - così brillante e con toni così armoniosamente integrati.

Un giorno un nobile di grande eleganza e che diceva di essere arrivato da Padova tre giorni prima, si presentò al pittore per avere il suo ritratto. Il prezzo venne fissato in venti Ducati e l'appuntamento per il giorno successivo.

Il giovane seguì il lavoro del maestro con grande curiosità, anche se come affermava, non era mai stato interessato nell'arte. Il giorno seguente lo straniero si presentò come il giorno prima. La seduta era già iniziata quando una giovane ragazza, che aveva posato come modella per i principali pittori viennesi, arrivò e bussò alla porta di Antonello. Questi le ricordò che l'appuntamento era stato fissato per la sera e non per la mattina.

La modella tuttavia rispose che se voleva poteva esaminarla subito oppure mai più.

Antonello andò brontolando nella stanza accanto, chiedendo al giovane nobile di scusarlo; quest'ultimo lo scusò con l'aria più gentile che si possa immaginare.

Ma non appena Antonello chiuse la porta dietro di lui, lo straniero scattò dalla sua sedia verso la bottiglia, che conteneva il prezioso elisir usato dal pittore e ne verso una parte in un piccolo recipiente che era stato preparato precedentemente per tale scopo; quindi riposizionò la bottiglia al suo posto sul suo tavolo, riprese il suo posto e la sua posa abituale così naturalmente che Antonello, ritornato cinque minuti più tardi, lo trovò così come l'aveva lasciato".

 

Il giovane, ovviamente, non era altri che Giovanni Bellini che, con questo stratagemma, si impossessò del segreto importato da Antonello. Ma sarà vera questa storia? Che importa?

 

Giovanni Bellini: il doge Leonardo Loredan

Ritratto del Doge Leonardo Loredan, di Giovanni Bellini

 

Giovanni Bellini, San Francesco in estasi

San Francesco in estasi, di Giovanni Bellini


Questo è uno dei miei quadri preferiti di ogni epoca (ed è una vera delizia andarlo ad ammirare al Frick di New York). Il momento vissuto da San Francesco, nelle mani di Bellini, viene reso con una chiarezza quasi allucinante. È come se l'universo si fosse congelato per un istante grazie all'abilità di Bellini.

 

Ma la storia ci racconta che Vasari distrusse la reputazione di Bellini giudicandolo "Arido, grezzo e con uno stile affannoso". Bellini recuperò solo lentamente dopo il verdetto di Vasari, "mentre "Antonello da Messina divenne un artista di proporzioni leggendarie durante il diciannovesimo secolo" [Bätschmann] venendo esaltato allo stesso livello dei migliori pittori dal Nord Europa.

"Il San Girolamo di Antonello possiede un'armonia e una chiarezza geometrica della sua struttura tale da superare anche Jan van Eyck". Un grande elogio attribuitogli da Keith Christiansen.

 

"L'Arte di Antonello realizza una potente dinamica con lo spettatore,
che viene incoraggiata da dispositivi illusionistici...
per sperimentare la pittura come un'estensione della realtà".

 

Va bene, ma che cosa fu, esattamente, questo mezzo segreto di Antonello?

Pensate che ve lo racconti così, gratuitamente? Leggete il mio prossimo articolo e lo spiegherò in dettaglio, gratuitamente.

 




 

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