Cultor College

 

 

L'autore: Garr Reynolds attualmente è Professore Associato di Management presso la Kansai Gaidai University, di Osaka, in Giappone, dove insegna Marketing, Global Marketing, Design e Presentazioni multimediali.
Ex manager nelle Worldwide User Group Relations di Apple, nella Silicon Valley, Garr ha lavorato con Apple, seguendo i gruppi di utenti, negli Stati Uniti e Giappone, per approfondire le conosenze relative alle presentazioni multimediali al design informatico e alle nuove frontiere all'uso del software Mac.
Prima di entrare in Apple, Garr ha lavorato per la maggior parte degli anni '90 presso la sede della Sumitomo Electric a Osaka.

 

Garr Reynolds

 

 

 


 

La fotografia

 

Fotografia

 

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Miegakure è una piattaforma di video gioco in cui il giocatore esplora uno spazio quadrimensionale per risolvere vari problemi.

 


 

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Copyright 2018 Garr Reynolds©





Bill Gates, Steve Jobs e l'estetica Zen

di
Garr Reynolds

 

 


 

 



Penso sia utile esaminare brevemente i due contrastanti approcci visuali impiegati da Bill Gates (Windows) e Steve Jobs (Apple) nelle loro presentazioni, tenendo in mente i concetti estetici chiave proposti dallo Zen.

Credo che possiamo utilizzare molti di questi concetti e di questa filosofia estetica per aiutarci a confrontare le loro immagini di presentazione in modo tale che siano d'aiuto per migliorare la nostra grafica.

L'obiettivo di questo confronto tra Jobs e Gates non è di criticare, ma imparare.

 

Semplicità
Un principio chiave dell'estetica Zen è Kanso o semplicità. Il concetto di kanso individua l'eleganza visiva, la grazia e la bellezza, raggiunti tramite eliminazione ed omissione.

Dice l'artista, designer e architetto Koichi Kawana:

 

"Semplicità significa il raggiungimento del massimo effetto con il minimo mezzo".

 

Quando si esamina la grafica, poi, si può dire che si sta ottenendo il massimo impatto con un minimo di elementi grafici. Ad esempio quando si valutano le diapositive proposte da Jobs e Gates, come si valutano in funzione del kanso?


"Semplicità significa il raggiungimento del massimo effetto con il minimo mezzo".
- Koichi Kawana

 

Naturalezza
Il concetto estetico di naturalezza o Shizen secondo Kawana: "Vieta l'uso di disegni elaborati e complicati". Contenersi, quindi, è una bella cosa. I talentuosi musicisti jazz, ad esempio, sanno di non dover mai esagerare coprendo gli altri musicisti, ma rimangono sempre consapevoli degli altri che suonano con loro e sanno trovare il loro spazio all'interno della composizione e del momento chei condividono.

Il disegnatore grafico visualizza questo concetto includendo solo ciò che è necessario a comunicare quel messaggio particolare per quel particolare pubblico.

E' un sistema difficile, le elaborazioni complicate sono più agevoli e, quindi, più diffuse.

La suggestiva modalità di espressione è una chiave estetica Zen e Koichi Kawana, commentando il disegno del giardino giapponese tradizionale, spiega:

 

"Il progettista deve attenersi al concetto di miegakure in quanto i giapponesi pensano

che esprimendo tutto, si perde l'interesse di chi guarda"

 

Nel mondo delle presentazioni di PowerPoint, quindi, non sempre si deve proporre tutto visivamente.

Non è necessario (né si può) far entrare ogni dettaglio nella testa di ogni membro del pubblico sia verbalmente che visivamente. Invece, la combinazione di parole con le immagini visive, dovrebbe motivare lo spettatore e suscitare la sua immaginazione aiutandolo a entrare in empatia con la vostra idea e visualizzarla molto al di là di ciò che è visibile in PowerPoint.

 

I valori di estetici Zen includono (ma non sono limitati a):

 

* Semplicità
* Sottigliezza
* Eleganza
* Suggestivi piuttosto che descrittivi o evidenti
* Naturalezza (cioè niente artificiale o forzato),
* Spazio vuoto (o negativo)
* Quiete, tranquillità
* Eliminare il non-essenziale

 




Gates e Jobs: lezioni di contrasti
Date un'occhiata ad alcune delle immagini tipiche utilizzate da Steve Jobs e di Bill Gates. Fatelo essendo consapevoli dei concetti chiave dell'estetica Zen tradizionale.

 

Jobs maestro zen


Qui sopra. Cosa c'è più "Zen" di questo? Steve Jobs è un "Visual-Zen Master" e fa sì che lo schermo svanisca, completamente vuoto, nei momenti appropriati, mentre racconta la sua storia.

In una grande performance jazz gran parte del vero potere della musica proviene dagli spazi tra le note.

Il silenzio dà più sostanza e significato alle note. Uno schermo bianco rende, di volta in volta, le immagini più forti quando appaiono.

 

Inoltre, ci vuole una persona fiduciosa per progettare il posizionamento di diapositive vuote.

E' come "mettersi a nudo" visivamente. Per la maggior parte dei presentatori una diapositiva piena di messaggi è una stampella, o almeno una coperta di sicurezza. Il pensiero di permettere allo schermo diventare completamente vuota è spaventoso. Ora tutti gli occhi sono su di voi.

 

Bill Gates

 

Qui sopra: Bil Gates sta spiegando una strategia operativa. Un sacco di immagini e un sacco di testo.

Le diapositive usate da Gates hanno solitamente titoli, piuttosto che brevi affermazioni dichiarative più efficaci (non è il caso di questa diapositiva). Una buona grafica guida lo spettatore con una chiara gerarchia in modo che sappia dove guardare prima e così via. Qual è la priorità di comunicazione di questo visual?

Dovrebbe essere il cerchio centrale, ma non mi aiuta molto.

 

Kawana dice che "per raggiungere l'essenza delle cose, tutti gli elementi non essenziali devono essere eliminati." Quindi, qual è l'essenza del punto proposto con l'aiuto di questo visual? Ci sono elementi in questa diapositiva non essenziali? Qual è il vero punto che si vuole proporre? Queste sono sempre buone domande da porci, anche quando dobbiamo valutare le nostre diapositive.

 

Steve Jobs

Qui sopra: Jobs sta spiegando agli sviluppatori, alla WWDC'05, la transizione da RISC PC Power ai chip di Intel. Suona scoraggiante e complicato, ma come ha detto Steve (e illustrato chiaramente sopra) Apple ha già fatto cambiamenti importanti con successo in precedenza.

 



 

Una nota per avere uno "stile aperto"
Una cosa che avrebbe aiutato Bill Gates nelle sue presentazioni è una videocamera e un consulente. Un'abitudine spiacevole che ha è quella di incrociare costantemente i polpastrelli sul petto mentre parla. Questo porta spesso le sue mani ad essere bloccate attraverso il petto. Un gesto che ricorda mister Burns dei Simpson e lo fa sembrare a disagio.

Al contrario, Steve Jobs ha uno stile più aperto e con i suoi gesti sembra a suo agio e naturale.

 

Bill Gates

 


Qui sopra: Bill Gates avrebbe dovuto leggere "Beyond Bullet Points" di Cliff Atkinson, ironicamente pubblicato proprio da Microsoft Press. Atkinson dice che: "... i punti elenco (o glifi) creano ostacoli tra relatori e il pubblico."

Afferma correttamente che i punti tendono a rendere le nostre presentazioni formali e rigide, servono a sminuire i nostri concetti e inducono il pubblico ad essere confuso... e annoiato.

Piuttosto che illustrare i punti su una diapositiva, Atkinson consiglia ai presentatori di approfondire l'arte della narrazione utilizzando immagini (diapositive) per proporre agevolmente e semplicemente la sua storia.

Questo può essere fatto anche in presentazioni tecniche e certamente anche in presentazioni aziendali high-tech.

 



 

"Metodo Microsoft" di presentazione?
L'approccio che abbiamo visto nell'ultima presentazione pubblica di Microsoft può essere etichettato come "Metodo Microsoft". Questo metodo non è diverso rispetto alla norma, in realtà è un perfetto esempio di quello che Seth Godin e altri chiamano "PowerPoint applicato davvero male". Qui è il guaio: molti professionisti vedono l'assurdità di questo approccio, anche molti professionisti del campus Microsoft a Redmond. Ma il cambiamento continua ad essere lento, soprattutto quando i dirigenti dell'azienda che produce il programma slideware più popolare nel mondo utilizzano il programma nel modo più banale, seppur tipico.

 

Microsoft
Apple


Qui sopra. Due esempi di come Ray Ozzie responsabile della tecnologia segue il "metodo di Microsoft".

(A sinistra) Punto n. 3: "... .interfaces attraverso... le interfacce"? (A destra) Regola fondamentale di una presentazione: non infilare mai le mani in tasca.L'informalità va bene, ma questo è inappropriato, anche negli Stati Uniti (e specialmente in culture di fuori degli Stati Uniti).

 

Ricordate sempre: Tutto conta!
Chi vuole essere "medio", "tipico" o "normale"? Ridderstrale & Nordstorm dicono: "La normalità è la strada verso il nulla". Non sto suggerendo di "essere diversi" per il solo piacere di essere diversi. Sto dicendo che se ci si sposta al di là di ciò che è tipico e normale nell'ambito del design di presentazione, l'effetto sarà più efficace, diverso e memorabile. Forse Microsoft può permettersi brutte presentazioni di PowerPoint, ma voi ed io non possiamo permettercelo. Per "il resto di noi" tutto conta"!


Possiamo imparare da un giardino giapponese?
Cercare ispirazione in luoghi diversi? Trovate un libro sui giardini giapponesi (come quello del mio amico, progettista Markuz Wernli Saito) o visitatene uno nella vostra zona (se siete abbastanza fortunati da averne uno). Vivendo qui in Giappone ho molte possibilità di sperimentare l'estetica Zen, o durante la visita a un giardino, praticando zazen in un tempio di Kyoto, oppure durante un pasto tradizionale con gli amici.

Sono convinto che un approccio visuale che abbracci i concetti estetici di semplicità e la rimozione delle componenti non essenziali può avere applicazioni pratiche nella nostra vita professionale e può portare ad un design più illuminato.

 

 



 

Sull'argomento consulta anche:

 

Estetica Zen per Design e Fotografia - di Garr Reynolds

Zen e l'arte della semplicità al lavoro - di Matthew May

Wabi Sabi: imparare a vedere l'invisibile

I fondamenti dell'Architettura giapponese: i Giardini - di Carlos Zeballos

Architettura tradizionale giapponese - di Jeffrey Hays

Estetica Giapponese - lo studio della bellezza nel pensiero nipponico dalle origini fino al cinema

Spontaneità nell'Arte e nella Cultura giapponese (cap. 1) a cura di David e Michiko Young

Shodo: Arte della calligrafia giapponese Zen a cura di Yuko Halada

Haiku: poesia della gente (Introduzione alla poesia Zen) - di Kei Grieg Toyomasu

Le tecniche dell'Haiku - di Jane Reicchold

Galleria di fotografie ispirate dai componimenti Haiku

La fotografia Sumi-e di Marcel Rawady

 



 

 

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