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di Ubaldo DiBenedetto, professore emerito
ad Harvard:

Gli affreschi di Giotto agli Scrovegni sono copie

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Le immagini nascoste
nei dipinti di Andrea Mantegna e di Giotto

 

a cura del Laboratorio d'Arte Cultor

 

Spesso i pittori hanno inserito, nei loro dipinti, in maniera più o meno mascherata, figure e simboli con i significati e le motivazioni più diverse. Uno dei compiti degli storici dell'arte è anche quello di studiarli, cercando di rendere manifesto il loro senso.

Qui di seguito due esempi, uno di Andrea Mantegna ed uno di Giotto:

 

Il cavaliere di Mantegna

 

Andrea Mantegna che nel suo San Sebastiano, del 1460, inserì sullo sfondo del cielo un cavaliere che emerge da una nuvola.

 

Andrea Mantegna

 

Sul pilastro a sinistra del santo (evidenziato in rosso nell'immgine in alto) corre una scritta in greco (TO.EPΓON.TOY.ANΔPEΟY, "Opera di Andrea") che attribuisce la paternità dell'opera al Mantegna.

La città sullo sfondo è forse ricononoscibile come Verona, che rimanda anche la curiosa presenza di una nube a forma di cavaliere in alto a sinistra (evidenziata in azzurro e ingrandita a destra), legata alla leggenda di re Teodorico, descritta sui rilievi della basilica di San Zeno a Verona.

L'estraneità di Teodorico con la storia di san Sebastiano ha fatto anche pensare che si possa trattare di un accenno a un cavaliere dell'Apocalisse, come simbolo della peste contro cui san Sebastiano veniva implorato.

 



 

Il diavolo di Giotto

 

Restauratori d'arte hanno scoperto una figura inquietante, dai lineamenti satanici, nascosta tra le nuvole di uno dei più famosi affreschi di Giotto, nella Basilica di San Francesco in Assisi.

Questa figura è celata tra i dettagli delle nuvole nella parte superiore dell'affresco numero 20, nel ciclo delle scene della vita e della morte di San Francesco, dipinto da Giotto nel XIII secolo.

La scoperta è stata fatta dallo storico dell'arte Chiara Frugone. Si tratta di una figura con un naso adunco, un sorriso sornione e corna scure.

 

Giotto

Il famoso affresco di Giotto nella Basilica di San Francesco in Assisi - il diavolo è nascosto tra le nuvole nel pannello della scena raffigurante la morte di San Francesco (evidenziato in giallo).

 

Giotto

Un ingrandimento del pannello dove, nella parte alta di destra della nuvola si cela la figura satanica.

 



 

 

La figura è difficile da vedere dal pavimento della basilica, ma emerge chiaramente nella fotografia ravvicinata.

Sergio Fusetti, capo restauratore della basilica, ha commentato che Giotto probabilmente non voleva che l'immagine del diavolo fosse chiaramente visibile nella parte principale dell'affresco e che lo abbia nascosto tra le nuvole per "divertirsi un po''.

Oppure il maestro potrebbe aver realizzato questo inserto mascherato per far dispetto a qualcuno raffigurandola come un diavolo.

 

Giotto
Il volto satanico con corna, sorriso sornione e naso storto è stato scoperto dai restauratori d'arte, che stavano lavorando su uno degli affreschi più famosi del mondo, nella Basilica di San Francesco ad Assisi

Giotto

Nell'ingrandimento fotografico il volto satanico risalta chiaramente.

 

Sul perché Giotto abbia dipinto il demone nella nuvola, Chiara Frugone ricorda che: "nel Medioevo si credeva che anche nel cielo abitassero i demoni che ostacolavano la salita delle anime"

 



 


 

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